Tra Diffide ed Ultimatum, tra Contestazioni e Repliche, tra Nomine e Promesse di Nomina che inondano i quotidiani ed i siti Web, articoli replicati più volte, continua la Saga de “I BRAVI AMMINISTRATORI”.
La location è Palazzo Sant’Anna che ha rifatto il look e si è dotato di una nuova insegna. Tra rinfacciamenti reciproci, i protagonisti stanno pian piano vuotando il sacco.
L’avevamo previsto, si sta riscrivendo la leggenda della “squadra compatta e coesa” che ha nascosto ai più – ma non a tutti – gli inciuci trasversali che hanno molto influito sulla composizione della Giunta. La “squadra” raffazzonata che ne è venuta fuori, subito a ridosso dei risultati elettorali, non ha – naturalmente – potuto contentare tutti. Anche perché gli inciuci non erano condivisi all’unanimità.
I nodi stanno venendo al pettine e si svelano dei retroscena che risalgono già al primo semestre di governo, ad ottobre 2014. Da allora è stata tutta una mistificazione della compattezza , una lotta per il potere e per la poltrona che ha aggravato, e non ce n’era proprio bisogno, lo stato pietoso in cui versava l’Amministrazione. In effetti abbiamo compreso che la “svolta” presupponeva una ridistribuzione degli incarichi su cui, evidentemente, non c’è stata possibilità di accordo
E così si giustifica la delega all’Urbanistica ed ai Lavori Pubblici – trattenuta dal Sindaco – per evitare di creare altro scontento da una parte o dall’altra, l’agguato a Bretti – fuori dai giochi e non allineato – per recuperare una delega che poteva essere utile ridistribuire in seguito. Poi la scomparsa dalle scene di Nino Macrì inizialmente non condivisa da Scalfari che poi, a distanza, si è allineato.
Il SINDACO non ha avuto polso per gestire il malcontento ed il suo pensiero, più che di amministrare, è stato quello di non andarsene a casa anzitempo.
Quella che poteva configurarsi come una assoluta incapacità di amministrare si è rivelata una paralisi da addebitare, con tutta la responsabilità morale che ne deriva, a mancanza di accordo sulla spartizione delle poltrone. Una macchina Comunale, bisognosa di ben altri stimoli e comunque di un minimo indirizzo politico, senza guida ha dato il peggio di se.
Poi, con l’abbandono di Tropeano, le nebbie hanno cominciato a diradarsi.
MA ATTENZIONE , non è tutto. Se vi aspettate che tra i protagonisti di questa diatriba sia “sceso il gelo” vi sbagliate. C’è chi ancora va “in giro a braccetto” a fare shopping insieme,…in zona campo ( la più degradata di Tropea dove oggi si fanno buoni affari in vista di una riqualificazione).
Come dire : “ Una cosa sono i fatti di Tropea un’altra sono i ca… nostri. E crepi l’invidia!!”
Chi vivrà , vedrà.
TUTTO UN PROBLEMA DI POLTRONE …. non sono bastate !!
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