“Quando tutto cambia perché, in realtà, nulla cambi.”
I COMMISSARI STRAORDINARI , inviati presso le Amministrazioni sciolte per infiltrazioni mafiose e pertanto destinati a rimanere alla guida della Comunità almeno per diciotto mesi, salvo proroghe, sono definiti STRAORDINARI soltanto per la “straordinarietà” della misura presa nei confronti dell’Amministrazione appena sciolta non certamente per i POTERI loro conferiti.
E così, in presenza di situazioni tanto gravi da giustificare lo scioglimento di un Comune e l’impeachment degli Amministratori di turno con una così grave accusa , i COMMISSARI che in casi del genere sono tre, soltanto “sostituiscono” le figure di SINDACO, CONSIGLIO e GIUNTA COMUNALE nel periodo della loro permanenza. Prestando inoltre servizio presso Prefetture di appartenenza, la loro presenza in sede è assicurata per due soli giorni alla settimana.
Ma non sarebbe questo il problema. Volendo fare un paragone, due giorni pieni dei Commissari, equivarrebbero – come presenza – più che abbondantemente al paio d’ore giornaliere – strette strette – dedicate dai precedenti amministratori nei 5 giorni settimanali.
Il problema sta tutto nel fatto che, in una Amministrazione giudicata in situazioni tali da essere commissariata, non dovrebbero valere le stesse regole, più esattamente pastoie burocratiche sull’assunzione, movimentazione e sostituzione del personale.
Quando il provvedimento di scioglimento quale quello di Tropea censura amministratori e dipendenti comunali perché, spezzoni degli uni e degli altri , avrebbero fatto in modo che non si rompesse il filo di collegamento con la ‘ndrangheta e quando il quadro impietoso che emerge dagli atti – parte integrante del decreto di scioglimento – per ingerenze della criminalità organizzata li accusa di aver “esposto l’amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l’imparzialità dell’attività comunale”……… non possono valere le regole di una “ordinaria amministrazione”. Si dovrebbe invocare uno stato di calamità !
E invece si assiste ad un vorticoso avvicendamento di funzionari, concessi in regime di part-time da altre amministrazioni, che prestano la loro opera per due giorni alla settimana in trasferta non si sa con quale possibilità di concentrazione sui problemi dell’Amministrazione commissariata.
E cosi in sette mesi di gestione commissariale si sono già avvicendati due Segretari comunali ( il terzo è già in coda perché l’attuale è in via di pensionamento), due responsabili dell’Area Amministrativa, due responsabili dell’Area Tecnica ( per pura combinazione il nuovo a tempo pieno per un ripescato bando che si era incagliato ) ed il terzo, l’originale, assente soltanto per prolungamento di un periodo di permesso in base all’art. 42 del O.Lgs. 26/03/2001, n. 151.
Per quanto riguarda il resto del Personale l’impossibilità di meglio riorganizzare una macchina comunale fatiscente, disastrata e sottodimensionata.
E questi sarebbero gli strumenti, le “pallottole spuntate” a disposizione dei COMMISSARI STRAORDINARI per rimettere sulla giusta carreggiata una città che, dopo anni ed anni di disastrosa amministrazione che l’hanno portata allo stato in cui versa, sarà riconsegnata, prima o poi ad altri coraggiosi ( o temerari ?) aspiranti amministratori, in condizioni necessariamente peggiori di quando – ad agosto 2016 – l’hanno presa in consegna ?
“Quando tutto cambia perché, in realtà, nulla cambi”, é il titolo scelto da Marialucia Conistabile per una sua “Riflessione” sulla Gazzetta del Sud del 31 agosto 2016, che si rifà all’originale “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, pronunciata dal personaggio Tancredi ne “ Il GATTOPARDO”.
Ma allora, a ben interpretare la frase, l’intenzione è che tutto rimanga com’è? … è tutta una burla? Non per nulla il Procuratore Gratteri è molto critico sull’argomento Commissariamenti con queste regole.
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