Il mese di settembre non è stato entusiasmante , meteorologicamente parlando, eppure la stagione 2016 ha complessivamente registrato presenze record per la Costa degli Dei. Tropea è stata invasa dai turisti come non succedeva da anni e la coda dell’ estate ha invogliato gli operatori a programmare una chiusura degli esercizi a fine ottobre.
Ma ecco che, mentre in molti angoli di Tropea si suona si canta e si balla a ritmo di blues, ti rendi conto che, in molti angoli si spengono, per poi riaccendersi, le luci di alcuni locali, in particolare ristoranti.
Cosa accade ? Un picco di stanchezza e si chiude improvvisamente per andare ad assistere alla serata blues?
No, l’altro giorno non c’era la serata e neanche la mattinata blues ma c’é stata una serrata a macchia di leopardo di alcuni locali.
E così si viene a sapere che in giro c’è ” l’ASL di VIBO” , con una lista di ristoranti da visitare.
Ma la maggior parte dei locali in elenco è chiuso !!! Il tam tam della giungla ha funzionato !! “Fa niente, qualcuno lo becchiamo” e vaiiiii !!!!
La situazione dei locali, ma non solo ristoranti, pizzerie o bar (per restare nell’ambito della somministrazione) …. la conoscono anche i bambini….
La maggior parte dei locali non è in regola con le norme attualmente in vigore e non soltanto con quelle sanitarie ma neanche con quelle urbanistiche.
Ma a Tropea c’è un ufficio sanitario, c’è un ufficio Tecnico, c’è uno ufficio SUAP ? Ma allora perché vengono da Vibo a “rompere i marroni” ?
Ma perchè, se é ormai necessario, non si provvede a fare un drastico punto della situazione, ormai insostenibile, a convocare tutti gli operatori e a dare un ultimatum ? Beh, non è facile incutere timore reverenziale ai propri paesani, troverebbero – in un modo o in un altro – di “chiederti di lasciarli stare” . Ma poi ….. c’é la tranquillizzante coniderazione “ma allura hannu mi chijudinu tutti” e ancora … “nel centro storico è impossibile rispettare certe norme” ….…….
E’ chiara una cosa : le nuove norme non sono tanto nuove, i controlli dell’ufficio tecnico al tempo si sono potuti bypassare, le autorizzazioni sono “miracolosamente” arrivate lo stesso ….. come si fa a fare marcia indietro?
Beh, un’Amministrazione seria alcune soluzioni le avrebbe potuto trovare, ma di “amministrazioni serie” non abbiamo memoria.
Con le nuove norme – non tanto nuove – occorrerebbero, soltanto per i servizi igienici per il personale di cucina e rispettivi spogliatoi, per gli altri dipendenti e relativi spogliatoi, per i clienti e per i portatori di handicap una trentina di mq.
SI, E DOVE ? se i mq in tutto magari sono 60 ? e poi il rispetto dei due flussi dalla cucina in sala e dalla sala alla “zona sporco” perché i tragitti non si sovrappongano ?
Di locali in regola, volendo mettersi in regola, alla fine,ce ne sarebbero ben pochi.
Ma un nostro amico , con grande esperienza in materia ha detto : BENE, si dovrebbe fare una prima distinzione : locali ad apertura annuale e locali stagionali . Per quelli stagionali si potrebbero poi studiare “un’applicazione light” ,delle deroghe per alcuni obblighi, tipo spazi coperti obbligatori e la toilette per i portatori d’handicap . Si anche perché, nelle stradine del centro storico, i portatori di handicap di ostacoli ne troverebbero a bizzeffe ma per colpa della pavimentazione sconnessa e delle barriere arhitettoniche con responsabilità riconducibile al Comune. Con uno spazio congruo fuori , poi, si eliminerebbero altri ostacoli.
OK, non spetta a noi decidere sulle soluzioni : spetta ai tecnici che lo dovranno fare cercando di non distruggere attività in essere, comunque nel rispetto della parità di trattamento.
E qui casca l’asino. L’ultima amministrazione non è riuscita neanche a varare una seria regolamentazione dello spazio esterno in concessione, anzi….“menomale che sono caduti !!!!” hanno respirato moltissimi operatori e si sono scatenati “allargandosi” all’inverosimile in una “estate finalmente senza controlli”. Figuriamoci se se la sentiva di affrontare una rivoluzione applicativa di norme mai rispettate!
Ma la pacchia è finita ed ora ci sono i Commissari. Già proprio i Commissari che , almeno, all’ordinaria amministrazione si dedicheranno e pretenderanno il rispetto delle regole.
Ma allora come mai , ci ridomandiamo, l’ASL di VIBO.?
Pare che il CAPOSUPREMO abbia espresso questo concetto : “TROPEA E’ LA PERLA DEL TIRRENO E SI DEVE ADEGUARE AL SUO RUOLO” …quindi procediamo con i controlli igienico-sanitari.…..
E no, bello mio !! avrebbe borbottato qualcuno … LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI …. Perché NON COMINCIARE CON VIBO CAPOLUOGO ?…… MA ANCHE CON PIZZO, CON BRIATICO, CON SCICONI e PAPAGLIONTI…………
E QUI ALTRE CONSIDERAZIONI : a Tropea “la legge è uguale per tutti” non vale proprio .
A Tropea , come dappertutto, ci sono figli e figliastri, ci sono parentele allargate e clienti di studio, ci sono sostenitori e avversari politici.
NON SI E’ MAI DECISO DI PRETENDERE L’OSSERVANZA E STABILIRE REGOLE INDEROGABILI perché in caso di INOSSERVANZA DIFFUSA DELLE REGOLE SI PUO’ COMUNQUE SCEGLIERE CHI COLPIRE E CHI NO….. e questo ti assicura una timorosa sottomissione ed un serbatoio di voti … “ALLA CARTA”.
Si critica quindi il CAPOSUPREMO per non voler “toccare il serbatoio di VIBO” .
Tra l’altro ora a Tropea non c’è il SINDACO a cui creare casi imbarazzanti, ai COMMISSARI può solo far comodo che questa bella gatta a pelare per legalizzare il settore se la prenda la ASL di VIBO….. tra l’altro è meglio ora che non ad inizio stagione….. c’è tutto il tempo – volendo – per “mettersi a posto” durante i mesi di chiusura !!!!
E le regole ? beh a queste almeno i Commissari ci dovranno pensare…. Magari di concerto con i rappresentanti della categoria…… che a Tropea non si è mai costituita. Chi vivrà vedrà.
Intanto becchiamoci ‘sti “benserviti di fine stagione” con sanzioni e multe “a gogò “.