C’eravamo posti il problema del possibile (quasi certo) riversamento in mare dei prodotti di depurazione e di chi avesse il potere di decidere e di far eseguire un’operazione certamente riservata ad “addetti ai lavori”.
Era stato l’articolo della scia di liquami a Capo Vaticano del 16 luglio a farci sollecitare maggior determinazione nell’individuare certe responsabilità per operazioni che, oltre ad essere di grande nocumento per la salute dei bagnanti , rappresentano danno enorme all’ambiente ed al Turismo che la Calabria attira proprio grazie al suo mare ed alle sue coste.
L’articolo di oggi sul Quotidiano del Sud affronta l’argomento e riferisce che “gli investigatori , per una serie di elementi, sono indotti a sospettare che il persistere di determinate condizioni negative possa essere provocata da un cattivo ed irregolare smaltimento dei fanghi di depurazione.”… “…I dettagli di tale preoccupante assunto, sono contenuti in una recentissima consulenza con l’incarico di quantificare i fanghi prodotti dai depuratori”….. e raffrontarli con quelli smaltiti .
FINALMENTE SIAMO ARRIVATI AL DUNQUE !!
I dati della consulenza sono allarmanti. Mancano all’appello tonnellate e tonnellate di fanghi da destinare allo smaltimento, con vistose omissioni di rilevamento dei dati nei registri per lunghissimi periodi, intere annualità.
Da sempre, quando si vuol verificare l’osservanza del corretto smaltimento di rifiuti speciali, si controllano i registri dove si devono annotare date e quantità di prodotto e di smaltito. E’ noto a tutti che tale smaltimento è costoso e che tante aziende provvedono con un “fai da te” che fa loro risparmiare tanti soldoni ma con grave danno all’ambiente e alla salute dei cittadini.
Evidentemente, le Amministrazioni Comunali, che spesso “strozzano “ le aziende (che gestiscono i depuratori per il loro regolare funzionamento e per il conseguente smaltimento) con contratti capestro (al ribasso), non si sentono a posto con la coscienza e non effettuano i dovuti controlli , peraltro abbastanza semplici, sulle corrette modalità di smaltimento di tali “fanghi”.
E così … in un perverso …. “io ti pago poco e pertanto chiudo un occhio sui controlli”… a causa di questi “incidenti” ricorrenti – specialmente nell’alta stagione quando il flusso turistico fa schizzare “la produzione” – appaiono – su un mare per natura azzurro e cristallino – quelle scie maleodoranti che, prima o poi, i turisti non li faranno , veramente, più arrivare! Non c’è proprio da scherzare e ci vien voglia di spernacchiare con veemenza quelli che si lamentano delle poche vele o bandiere assegnate al proprio paese.
Per gli Amministratori inadempienti e corresponsabili – basterebbe affacciarsi dal terrazzo di Palazzo Sant’Anna per ammirare i risultati del loro colpevole contributo a questo scempio delle bellezze naturali.
ANDAR PER “FANGHI” !!
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