Le pagine più “calde” del Capitolo “Rilascio della concessione cinquantennale del Porto” furono quelle che riguardavano l’ultima settimana utile per il versamento dei circa 400 mila euro necessari a sanare il debito della partecipata PORTO di TROPEA SpA. nei confronti del Demanio.
Un elemento molto intrigante su questo versamento che nessuno ha sollevato, è determinato dalla pretesa del Comune che – contrariamente ad ogni logica ma anche a qualsiasi norma di legge – si é tirato fuori dall’ impegno scaricando tutto sui soci privati (e quindi – non come avrebbe dovuto essere – una quota dell’80% per i soci privati e del 20% Comune) e pretendendo quindi , da questi ultimi, l’approvvigionamento e l’esborso di una somma tanto consistente.
Fonti molto accreditate raccontavano, pressoché ora per ora, di un clima molto teso.
La Giunta Vallone subiva in quei giorni una fortissima opposizione dal gruppo “Passione Tropea” che spulciava tutto quel che era possibile per far cadere nel vuoto il rilascio della concessione alla Partecipata e quindi vi era, da una parte e dall’altra una esposizione a livello personale anche sui media di Repice come di Vallone, di Rodolico come di L’Andolina , di D’Agostino come di Lucio Ruffa.
Dal canto loro i soci privati erano :
1. la Mare Nostrum srl che sicuramente non aveva disponibilità per il conferimento del suo 16% dei 400mila
2. la Sider Iteras fallita che avrebbe dovuto procurare l’altro 16%
3. la Sider Almagià che , a questo punto avrebbe dovuto versare l’intera cifra.
• Il socio salernitano Cav Gallozzi, (49%) non ci pensava proprio. Aveva , giustamente, i suoi bravi impegni con Marina d’Arechi ed era molto critico sulla gestione degli ultimi anni
• Il socio Caporali (51%) era “avvelenato” perché, dopo sei mesi che chiedeva rendiconti, la società si era rifiutata di fornirli
Chi mai avrebbe procurato e versato i famosi 400mila euro ?
Caporali aveva disertato, Gallozzi era a Tropea con il suo staff ma stava molto “sul vago” , come se fosse soltanto curioso di vedere come andava a finire.
Il Presidente pro-tempore – Umberto Mazzeo – che faceva un po’ gli onori di casa, lo portava a zonzo per la Costa, ma un giorno – uno degli ultimi utili – ricevette una trentina di telefonate dagli Amministratori di Tropea che volevano sapere dei soldi.
Vi renderete conto che figura avrebbe fatto la maggioranza se il versamento non fosse giunto o non fosse giunto in tempo. Uno “sputtanamento mondiale” dopo aver inventato e sponsorizzato questa famosa PORTO di TROPEA SpA come l’unica (al mondo) degna di ottenere un contratto del genere.
Ebbene, Umberto Mazzeo ad un certo punto, staccò il telefono.
Ma allora i soldi chi li avrebbe potuto procurare ?
Il Comune no di certo, i soci privati neanche, né avevano possibilità o intenzione di impegnarsi ! Correva voce che volessero far saltare tutto, che erano disposti a non pagare e far fallire la società. Ma questa loro reazione veniva da lontano.
E’ certo che i soci di maggioranza fossero molto critici sulla gestione tropeana della società, tanto è vero che alle accese riunioni nell’inverno 2012 per mettere a punto gli accordi da sottoscrivere( molte a casa del Sindaco per un minimo di privacy),non aveva partecipato il Presidente La Torre che, anzi, si era autodeterminato una liquidazione ed aveva abbandonato il campo già ad ottobre 2012..
Ed allora, è anche qui la chiave della pretesa di Vallone che fosse comunque obbligo della gestione privata della società di mettere i conti a posto ( e i debiti verso il demanio) ?
Ma i particolari, ufficialmente , non sono venuti mai fuori.
E neanche i danni erariali subiti dal Comune di Tropea.
Ecco perché la tensione nella Giunta Vallone si tagliava con il coltello!! La lotta con “Passione Tropea” non li scalfiva neanche un po’, in confronto.
Hanno forzato il rientro della PORTO SpA nella concessione a patto che rimettesse i conti a posto e sperando che tutto passasse liscio. Anche se la PORTO SPA non meritava assolutamente e non aveva titolo.
E’ stato consumato un reato per coprirne un altro . Una delibera di C.C. del 17.07.2013 n° 18 che dichiara il falso ( la possibilità di deroga perché i bilanci della SpA erano in attivo) per coprire quanto era successo nella gestione garibaldina della partecipata negli anni precedenti .
Ma le bugie hanno le gambe corte ed “il valore” della Porto SpA è sotto gli occhi di tutti (quelli che vogliono vedere).
Chissà chi metterà la parola FINE a questa farsa.
Ma un attimo, prima di trarre le conclusioni sarebbe interessante scoprire due cose :
A. perché l’attuale Amministrazione non ha voluto mettere il naso nel PORTO
B. chi è stato/a e da chi sono stati procurati i soldi ((400mila euro, non bruscolini).
quindi : CHERCHEZ -LA- FEMME !! ou L’ HOMME
sono atti dovuti !!!
E non dovrebbe essere nemmeno molto difficile.