sull’Operato degli AMMINISTRATORI LOCALI
“Sull’operato degli amministratori locali, noi cittadini, in genere prestiamo un’attenzione che è del tutto inadeguata”.
Dovremmo pretendere che le loro promesse elettorali diventino concretezze, che diano dettagliato conto del loro esercizio, che non sia concesso di raggirarci; invece ci accontentiamo di poco, è sufficiente che non ci siano ostili, ci basta ricevere qualche cerimonioso atto di garbo o di attenzione.
E se svolgono male il loro incarico, non solo non li attacchiamo, ma siamo comunque pronti a sostenere che i loro avversari avrebbero fatto di peggio. E allora i nostri amministratori pensano che stiano facendo bene. Oppure li difendiamo dalle aspre critiche degli oppositori, eleviamo i nostri prescelti a paladini del bene comune.
Davanti ai bar, nelle piazze, in un qualsiasi occasionale luogo di ritrovo, ci sentiamo in dovere di sostenerli; e anche quando non ne avremmo l’intento, l’arroganza e l’animosità dei nostri interlocutori, rivolte per riflesso anche nei nostri confronti, ci fanno schierare e prendere le parti di personaggi o situazioni che nemmeno conosciamo o avalliamo. Sembra una difesa d’ufficio, anzi una difesa da tifoso. E si sa, con l’entusiasmo e l’ammirazione, il buon senso quasi sempre soccombe.
Non si è mai visto un Interista dare ragione ad un Milanista, non si può, non è corretto “deontologicamente”. Noi cittadini, in cuor nostro, spesso riconosciamo gli errori degli amministratori, tuttavia, le nostre lagnanze al massimo sono come un salto con l’elastico: partono impetuose, ma rimbalzano prima di arrivare all’impatto senza nemmeno scalfire l’ignaro bersaglio.
Quando non ci facciamo coinvolgere, noi, i residenti, ce ne stiamo in disparte, siamo neutrali, ci asteniamo dall’esprimere giudizi o valutazioni. Non partecipiamo ad incontri, assemblee o dibattiti; se interpellati per un parere o un’opinione, siamo senza riserve e senza entusiasmi: semplicemente concordiamo. Finite le vacanze, i nostri figli ci salutano e partono per tornare al lavoro. Da noi c’è ben poco da fare, la disoccupazione giovanile è alle stelle; ma è tempo di crisi, le casse comunali piangono, i governanti locali non hanno neanche il necessario per garantire i servizi essenziali, figurarsi se possono permettersi di destinare – o preoccuparsi di rastrellare – dei fondi per incentivare nuovi insediamenti produttivi.
“Meglio astenersi dal governare il destino degli altri, dal momento che è già difficile ed incerto pilotare il proprio” (Primo Levi)
Un Comune, quando è ben amministrato …
- Te ne accorgi dal decoro.
- Te ne accorgi dall’armonia degli arredi e dalla rasserenante consuetudine degli eventi.
- Te ne accorgi dall’operosità dei dipendenti e governanti che discretamente, dietro le quinte, si adoperano affinché ogni servizio, ogni adempimento sia eseguito senza arrecare danno, ritardo o fastidio ai cittadini.
- Te ne accorgi dalle scelte politiche coraggiose e lungimiranti che prospettano minore emigrazione giovanile, più occupazione, tempi migliori.
- Te ne accorgi dall’importanza che viene data alle questioni generali rispetto ai casi particolari; alle scelte che riguardano l’intera comunità più che il singolo cittadino, l’amico.
- Te ne accorgi dalle misure adottate per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente; dagli strumenti normativi che disciplinano e favoriscono uno sviluppo sostenibile del territorio
Se non ti accorgi di niente, partecipa e bandisci l’inerzia, manifèstati senza soggezione. Non votare solo per affinità e cameratismo, non essere accomodante, non difendere il quieto vivere e il tirare a campare.
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